IN DIFESA DELLE COMMESSE
CON INCONDIZIONATA AMMIRAZIONE
Tempo fa mi è capitato di assistere ad una scena che fece fortemente vacillare le mie convinzioni nonviolente: un signore sulla quarantina (una specie di via di mezzo fra i primati e l'uomo di Neanderthal) stava trattando una giovane commessa in un modo che mi fece davvero venire la voglia di prenderlo letteralmente a calci sui denti.
Ovviamente mi sono trattenuto dal farlo, ma non dall'intervenire (fare il sindaco aiuta molto a rimettere in riga i cafoni).
Oggi, leggendo un articolo sul tema, mi son detto che forse, nella mia veste di sindaco, dovrei fare qualcosa di più per una categoria di persone che non siamo abituati a considerare fra le più bistrattate.
E dunque ho pensato innanzitutto di scrivere questo post, esattamente come in altre occasioni mi è capitato di fare a difesa di altre categorie (artigiani, commercianti, pensionati, disoccupati, ecc.).
Ai tempi delle superiori e dell'università ho fatto anch'io il commesso part time, ma in una condizione privilegiata essendo io maschio sul metro e ottanta. Però anche allora osservavo il differente trattamento riservato alle colleghe donne e dunque so di cosa parlo.
Consideriamo innanzitutto che spesso si tratta di persone diplomate o laureate (magari col massimo dei voti) che però, non avendo purtroppo trovato di meglio, sono costrette ad avere a che fare quotidianamente con dei trogloditi ignoranti che le trattano come pezze da piedi e che considerano compreso nel prezzo dell'oggetto che stanno valutando (e che poi magari neppure acquistano) anche il diritto di trattare la commessa che hanno di fronte come una loro sguattera personale.
E che dire di quelli che ti entrano in negozio a 10 minuti dalla chiusura con la pretesa di provare il mondo?
E quelli che non trovano mai la taglia, la mezza taglia, il tono di colore o il materiale che avrebbero "esattamente" voluto?
E quelli che passano nel negozio stile ciclone tropicale e tu poi ti ritrovi l'universo da sistemare?
E quelli che hanno continuamente bisogno di conferme tipo: "che dice, mi sta bene? " oppure "la taglia secondo lei è giusta?"; e tu, considerato la qualità estetica dell'astante, sei costretto a recitare una parte che manco Robert De Niro?
E i commenti o gli sguardi, neanche tanto velati, su jeans o minigonna che indossi, magari mentre la moglie o la fidanzata si è un attimo allontanata per vedere o provare altro?
E stereo o aria condizionata a palla per l'intera giornata, perché naturalmente quel che conta è assecondare il cliente che nel negozio ci sta un'ora ... mica la commessa che ci sta tutto il giorno?
E quelli che vogliono infilarsi 10 taglie in meno?
E quelle che non si piacciono e ti trattano a schiaffoni perché accanto allo specchio in cui loro si vedono orribili, vedono te che sei giovane e bella?
E tutti i sabati e le domeniche bruciate a recitare la parte dell'educata e gentile, anche se avresti una gran voglia di mandare tutti a cagare?
E l'apocalisse semestrale delle settimane dei saldi?
Insomma, ce n'è abbastanza per affermare che tutte voi, care commesse, avete l'ammirazione incondizionata (per quel che può servire) di questo sindaco che, se non fosse per l'impossibilità fissata per legge ai tempi del governo Monti, interverrebbe senza indugio almeno per impedire che le vostre domeniche non siate costrette a bruciarle in compagnia dei trogloditi invece di utilizzarle (come sarebbe giusto e normale) per fare cose più consone alla vostra vita privata ed alla vostra salute psicofisica.
Se poi avete dei suggerimenti da darmi su cose che posso eventualmente fare nella mia veste di sindaco .... non esitate a farlo.
Claudio Bizzozero
Sindaco libero
del Comune departitocratizzato di Cantù