Troppo giovani per la pensione, troppo vecchi per lavorare


Il Vescovo e suor Benedetta

01.09.2018 19:39

Il Vescovo e suor Benedetta

 

In un grande e importante monastero femminile morì la vecchia Madre Badessa e alcune religiose capitanate dalla vice Madre Badessa, gonfie di superbia, si contendevano la carica, vantando titoli di studio e specializzazioni atte alla risoluzione di molte problematiche sociali: attestati da mostrare al loro Vescovo, atteso per officiare il servizio funebre e nominare la nuova Madre-Badessa, che per antica disposizione dell’ordine, doveva essere scelta fra le monache di quel Monastero.
Arrivò il Vescovo, ufficiò il servizio funebre e il giorno seguente iniziò ad incontrare le religiose al fine di designare la futura Madre Badessa. Esaminò oltre duecento monache, tutte insignite di alte onorificenze, titoli di studio e specializzazioni per la soluzione di problematiche sociali; ma trovò queste religiose fredde e non pervase da alcun vero sentimento religioso. Il Vescovo allora si ritirò in meditazione per decidere il da farsi. Soprattutto cominciò a pensare se derogare l’antica regola del monastero che voleva la Madre Badessa nominata fra le stesse monache del Monastero in cui era vacante la carica. Mentre pensava di rivolgere la propria scelta a monache di monasteri limitrofi, essendo di primaria importanza la salvezza della Dottrina e l’indottrinamento alle novizie, vide arrivargli quasi incontro una piccola monaca con un cesto di biancheria tra le mani, la quale alla vista del Vescovo chinò il capo per reverenza e quando lo rialzò lanciò al Vescovo un sorriso umile e colmo di luce e serenità, lasciando trasparire un grande amore per l’umanità. Il Vescovo rimase folgorato da questa monaca, soprattutto dopo la poco gioiosa sfilata delle sue consorelle. Chiamò subito la vice Madre Badessa e chiese notizie di questa monaca. La vice Madre Badessa liquidò la domanda del Vescovo con pochissime informazioni, ma soprattutto mise in evidenza che si trattava di una religiosa poco istruita e relegata ad umili lavori proprio per mancanza di cultura. Nonostante la succinta e negativa relazione della vice Madre Badessa, il Vescovo non abbandonò il suo interesse per questa monaca, e, memore del motto che quel che conta è la ricchezza nel cuore e non lo studio per la soluzione delle problematiche sociali, ordinò che fosse nuovamente invitata a un colloquio. La monaca si chiamava suor Benedetta ed era addetta alla lavanderia del monastero. Il Vescovo dopo averla osservata con più attenzione, volle saggiare ulteriormente la morale e l’animo religioso di suor Benedetta. Quindi le narrò che in una casa di cura per anziani c’erano due suore con compiti, oltre che principalmente di assistenza spirituale ai degenti, anche di aiuto infermieristico. Suonò la campanella che chiamava alla recita del Rosario; la prima suora smise prontamente ogni assistenza infermieristica agli ammalati dirigendosi in cappella; la seconda suora continuò ad assistere gli anziani degenti. Terminata la narrazione, il Vescovo chiese a suor Benedetta quale delle due religiose avesse osservato meglio le Regole della Chiesa al fine di portare il Verbo di Cristo tra la gente. Suor Benedetta senza la minima esitazione e con grande serenità rispose che la suora che obbedì alla chiamata del Rosario era quella che meglio aveva osservato i Precetti religiosi di santa Madre Chiesa, in quanto compito principale della religiosa non è svolgere attività infermieristica, che nel caso specifico era già garantita da apposito personale laico, ma l’osservanza dei Precetti di Madre Chiesa. Il Vescovo fu entusiasta della risposta di suor Benedetta, e capì di trovarsi davanti ad una vera religiosa, cui il primario scopo è fare la religiosa e non l’intellettuale, l’assistente sociale o la psicologa, compiti ai quali sono delegati altri soggetti. Quindi convocò in adunanza tutte le monache del monastero ed decretò che la nuova Madre Badessa era suor Benedetta; ordinò alla vice Madre Badessa di assistere suor Benedetta in tutte le pratiche amministrative e burocratiche relative al monastero. Infine nell’accomiatarsi dal Monastero, rivolgendosi alla vice Madre Badessa che in quella carica vedeva solo lo scettro del comando, il Vescovo le disse: “La Madre Badessa è la serva di tutte; non esistono lavori umili e riluttanti, ma solo doveri di lavori quotidiani che tutti noi siamo chiamati a svolgere, a prescindere l’essere letterati o meno”.


Morale.
Quel che conta nelle persone non sono principalmente e unicamente le conoscenze letterarie, la cultura e lo studio, ma cuore, fede, purezza d’animo, dignità, signorilità e dedizione al proprio lavoro; qualità che le persone non possono apprendere sui banchi di scuola, né possono acquistare sulle bancarelle del mercato. Le Istituzioni che non tengono conto di ciò nell’organizzare la propria Burocrazia istituzionale (personale dipendente, civile e militare), i cui compiti sono di servire i cittadini, non potrà che far sprofondare la Nazione nello sfascio.
( 2017, by Mario Guerrasio, Operatore socio assistenziale internaz.le Br/It  www.asobrasil2002.blogspot.it ) 

 

 

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