Troppo giovani per la pensione, troppo vecchi per lavorare


La Giusta Pensione degli italiani...

10.10.2016 11:01

 

 

Movimento GIusta Pensione

 

Per una migliore e più completa visione, clikka qui: www.giustapensione.org/cosa.html

 

1.      

La Giusta Pensione è giustizia sociale che ognuno deve pretendere. 

• La Giusta Pensione è un tuo sacrosanto diritto sancito dalla Costituzione italiana.

• La Giusta Pensione è giustizia sociale che ognuno deve pretendere.
• La Giusta Pensione è un tuo sacrosanto diritto sancito dalla Costituzione italiana.
• La Giusta Pensione è un sistema di ricapitalizzazione e gestione dei contributi versati da ogni lavoratore. 
• La Giusta Pensione è un obiettivo che ogni lavoratore deve rivendicare avviando tutte le forme di pressione presso le massime autorità dello Stato. E' semplice, unisci la tua voce per far diventare questo un coro, forte, di protesta.
• La Giusta Pensione è una proposta di Legge da sostenere e promuovere con pochi e semplici strumenti che troverai in questo sito.

Il minimo della Tua giusta pensione e' di 
2208 euro (Lire 4,3 milioni) al mese,
oltre a 672.000 euro (1,3 miliardi) di capitale di TUA proprieta'.
E' un TUO diritto: perche' non lo PRETENDI?

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COSA DICE LA NOSTRA COSTITUZIONE
L'articolo 38 della Costituzione su cui si basa l'attuale legge sulle pensione recita: "......I lavoratori hanno diritto che siano provveduti ed assicurati i mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di infortunio, malattia, invalidita' e vecchiaia, disocupazione volontaria ...." .

Quali Sono i mezzi adeguati preveduti ed assicurati alle propie esigenze di vita in caso di Vecchiaia, ovvero di "giusta pensione"? Per quanto riguarda la "vecchiaia" si e' provveduto con il mezzo di "trattenere" nella media I.N.P.S. il 43% del costo lordo del lavoratore. Precisiamo che oltre ai lavoratori subordinati (prestatori d'opera) vi sono anche i lavoratori autonomi. Queste trattenute non sono altro che dei "Risparmi" che vengono versati ogni mese sia dal lavoratore sia dal datore di lavoro all'istituto preposto a questo compito.

L'articolo 47 della Costituzione recita: "La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme,...." .

Alla luce di queste seppur sintetiche considerazioni si evince, senza dubbio di alcuna smentita che i contributi pensionistici sono e restano dei "Risparmi" che la Repubblica Italiana pone sotto "tutela". Leggi che non siano ispirate e conformate a quanto prescrive la Costituzione non possono esistere, ovvero sono incostituzionali, per cui nulle. Pertanto l'attuale legge sulle pensioni , sia nella sostanza sia anche in termini di "diritto" e nella fattispecie quella di vecchiaia non ha motivo di esistere e deve essere immediatamente abrogata e rifatta nel pieno rispetto della Costituzione.

L'unico modo che rispetti e soddisfi tutte le esigenze e' la proposta che il "Movimento Giusta Pensione" ha gia' indirizzato al Presidente del Consiglio dei Ministri. La sua analitica formulazione, se il Governo non provvedera' al piu' presto, verra' proposta dal "Movimento" attraverso una legge di iniziativa popolare.

Inoltre considerato che il diritto alla "Giusta Pensione" e' un diritto soggettivo, e' opportuno che ogni uno di noi lavoratore o pensionato invii, mese dopo mese , sempre al Presidente del Consiglio il modulo compilato che si trova alle pagine 5 e 6 sino a quando non vedremo riconosciuta integralmente la "Giusta Pensione".

E' un impegno civile e sociale oltre che economico al quale non possiamo sottrarci. Dobbiamo pretendere con determinazione la nostra "Giusta Pensione".

E' un diritto Costituzionale che ci deve essere riconosciuto nella sua interezza.

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Nostra proposta.

I contributi versati ai fini pensionistici non sono altro che dei RISPARMI, e come tali tutelati dalla Costituzione "art. 47", allora dobbiamo convenire, lo ripetiamo, che detti RISPARMI sono di esclusiva proprietà di chi li ha versati e cioè del prestatore d'opera (lavoratore).

Seguendo il filo logico di questo principio, il cui riconoscimento è fuori discussione per la sua legittimità, tracciamo la nostra linea di azione per attuarlo. E' fondamentale che la gestione dei fondi venga affidata a Bankitalia o a un istituto "Super Partes" ovvero ad un "ENTE NEUTRALE".


A) Capitalizzazione annua dei contributi

Lo scopo è di salvaguardare il capitale accumulato nel tempo dalla svalutazione, applicando al capitale versato un tasso di interessi di mercato, quindi reale. 
Per meglio comprendere facciamo un esempio con dati attuali: supponiamo che un prestatore d'opera (lavoratore) che abbia uno stipendio netto mensile di 775 euro (lire 1.500.000) attualmente versa ogni anno, per contributi pensionistici, mediamente 8494 euro ( lire 16.445.000.=) 
Alla fine dei 35 anni lavorativi, calcolando sui versamenti effettuati un interesse minimo del 4% annuo, si ottiene un capitale di 662.402 euro (lire 1.282.589.491) completamente di esclusiva propieta' del lavoratore. Questo capitale impiegato sempre al minimo del 4% d'interesse frutterebbe un reddito annuale di 26.496 euro (lire 51.303.579) pari a 2.208 euro (lire 4.275.491) mensili.


B) Gestione dei contributi

La gestione dei contributi, come già detto, deve essere assegnata esclusivamente a Bankitalia o istituto "Super Partes", che attraverso il Sistema Bancario destina in tutto o in parte il monte contributi a tassi fissi di favore al Sistema Produttivo Nazionale, con l'intento di favorirne la competitività a livello internazionale. In parte potrebbe essere utilizzato in mutui per abitazioni ed immobili, in prestiti a chi vuole avviare un'attività in proprio, a cittadini in difficoltà, nullatenenti che non potrebbero godere mai di un prestito dalle banche private, perché privi di garanzie, ecc.

Ne trarrebbe insomma un sicuro giovamento l'Economia in genere con benefici effetti sull'occupazione, il cittadino godrebbe di maggiori opportunità a soddisfare necessità primarie e secondarie, quindi maggiore benessere. In questa ottica la struttura INPS non servirebbe più: la ricevuta dei versamenti INPS del datore di lavoro verrebbe consegnata direttamente al prestatore d'opera dall'ente neutrale o super partes, il quale lavoratore avrebbe così l'opportunità di verificare immediatamente la sua posizione contributiva e segnalare alle competenti autorità l'eventuale illegalità in caso di mancato versamento, un mezzo sicuro per tutelarsi.


C) Immediata reintegrazione delle pensioni minime a 2 milioni mensili

- Restituzione immediata dei contributi versati con relativo rateo di interessi a tutti quei cittadini che a suo tempo avevano fatto dei versamenti ai fini pensionistici e che attualmente vengono considerati persi. 
- Reintegro immediato delle pensioni di reversibilità all'importo originario.

Lo Stato di Diritto è quello Stato che assicura certezze ai cittadini e che restituisce il maltolto. Il pagamento di questo debito, che può apparire una catastrofe economica, invece ha il pregio di avviare un'operazione economico-finanziaria sana, trasparente, promovendo un investimento con la certezza che di sicuro si estinguerà in 20, 30, 40 anni, perché la maggior parte dei fruitori interessati, purtroppo, non vivrà così a lungo. In ogni modo è indispensabile che venga attuato con senso di giustizia sociale e di corretta azione economico-contabile.
Un' accurata pianificazione consentirebbe di eliminare tutte quelle mezze soluzioni, quasi sempre a sfavore della grande maggioranza dei cittadini, adottate nel tempo da politici poco scrupolosi od indifferenti verso le necessità dei cittadini stessi, mezze soluzioni adottate solo perchè di facile attuabilità. Qualcuno potrebbe avere grossi dubbi sulla fattibilità di questa operazione. Noi siamo convinti che i fondi si trovano anche nelle pieghe del Bilancio dello Stato, che spesso viene gonfiato ad hoc di un 20 o 30%, voci di spesa male quantificate o addirittura inutili, sappiamo che sopravvivono ancora Enti del tutto inutili.

Lo stesso INPS, come detto precedentemente, venendo a mancare l'impegno gestionale, verrebbe di molto ridimensionato se non abolito.

La nostra proposta va completata con il ricalcolo delle retribuzioni per le diverse categorie, molte delle quali oggi sottopagate, tenendo presente anche l'abolizione del T.F.R. (liquidazione). Il risultato della nostra proposta sarebbe ottimale se accompagnato dalla riforma delle imposte e dalla riforma sanitaria. 
In particolare la riforma delle imposte, modificando l'Art.53 della Costituzione, dovrebbe fissare una soglia di reddito oltre la quale non viene calcolata più nessuna imposta e ridefinire le aliquote all'interno della stessa (limiti della capacità contributiva).
Ciò significa che una persona capace ed onesta, rispettosa delle leggi, verserà al fisco solo per il guadagno entro la soglia del 33%, del guadagno rimanente è libero di disporne come vuole. I benefici conseguenti produrrebbero una drastica riduzione dell'evasione fiscale, faciliterebbero il rientro dei capitali dall'estero, un'altrettanto drastica riduzione del lavoro nero (5 milioni di lavoratori, fonte SVIMEZ; 23% di lavoro sommerso, fonte CNEL) e del lavoro minorile (250/300 mila bambini in Italia, anno 1998 fonte ILO).

Dunque il diritto alla " Giusta Pensione " e' una richiesta legale che deve essere riconosciuta a prescindere da ogni e qualsiasi altra considerazione e pertanto non puo' essere in alcun modo confutata. Convinti che il diritto e' una certezza alla quale tutti dobbiamo attenerci, cogliamo questa opportunita' di esercitare il nostro personale diritto alla Giusta Pensione in modo civile ma con costanza inviando ogni mese al Presidente del Consiglio il costante invito a riconoscere il diritto alla Giusta Pensione anche con valore retroattivo. A questo fine nelle due seguenti pagine trovate un facsimile della lettera con cui dobbiamo fare sentire la nostra voce.

Per i nostri diritti usiamo la forza della ragione !

 

 

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PROSPETTO / FORMULA DI CALCOLO / COEFFICENTI

1^ PERIODO ( 1^ ETA’ )
E’ questo il periodo che va dalla nascita sino all’inizio dell’età lavorativa ed è assicurato dal sostentamento famigliare.

2^ PERIODO ( 2^ ETA’ )
E’ quello del lavoro che permette di procurare con le proprie forze la capacità di sostentamento. Si cerca nel contempo di accantonare, ovvero “risparmiare”, parte dei guadagni per far fronte con serenità alla vecchiaia (art. 38 Costituzione)

3^ PERIODO ( 3^ ETA’ )
E’ quello più difficile da affrontare perché, purtroppo non sempre è possibile contare sulle proprie forze.

La vita quindi si può riassumere con questo semplice grafico:

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Che il 3^ PERIODO della nostra vita sia quello più critico per il nostro sostentamento lo riconosce anche la nostra Costituzione con l’articolo 38, che tra l’altro recita:

“ I Lavoratori hanno diritto che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati alle loro esigenze di vita in caso di vecchiaia ”. 
“ Ai compiti previsti in questo articolo provvedono organi ed istituti predisposti ed integrati dallo Stato”.
Concetto chiarissimo che non si presta ad alcun equivoco: lo Stato si preoccupa e dispone che siano preveduti ed assicurati mezzi adeguati per questo periodo della vita.

Se Governi sin qui succeduti hanno rispettato il principio costituzionale, hanno però applicato con le leggi un metodo di calcolo che non ha alcuna attinenza con il principio dell’articolo 38.
Nessuna mente di buon senso, o di normali capacità, avrebbe concepito questo metodo di calcolo se non come un mezzo facile ed immediato per togliere quella giusta “ricchezza ” che la Costituzione prevedeva fosse costituita.
Cioè con il risparmio forzoso di una parte del costo di lavoro, che il datore di lavoro comunque ha, e che carica sul prezzo di vendita dei suoi prodotti, servizi o attività commerciali: mediamente influisce per il 43%.

Se i mezzi adeguati sono stati non solo preveduti ma anche provveduti è il loro impiego che non è assolutamente corretto, sia in termini di considerazioni sociali, sia nei risultati concreti, stravolgendo principi costituzionali, in particolare gli articoli 38 e 47 della Costituzione.

Le valutazioni che sostanziano il calcolo della pensione, seppur sinteticamente sono:

A) Una persona che lavora deve pagare per la persona che è in pensione.
Riflessione: se nessuno più lavora il pensionato come si sosterranno i pensionati: chi benefica della differenza tra il 4% e l’1,7%?

B) L’erogazione della pensione è calcolata solo per vent’anni di vita.

Riflessione: da quando si va in pensione si hanno solo 20 anni prima di crepare.

C) Il tasso tecnico di rivalutazione è circa l’1,7% su un importo inferiore a quello versato. 

QUAL’E’ LA RICHIESTA SEMPLICE E CHIARA CHE DEVE ESSERE ATTUATA?
I CONTRIBUTI VERSATI SIANO CAPITALIZZATI E RESTITUITI AL LEGITTIMO TITOLARE QUANDO VIENE COLLOCATO A RIPOSO.

La formula finanziaria per il Calcolo della Capitalizzazione

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Si esprime in questo modo:

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= Capitale accumulato quando si va in pensione 

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= Coefficiente dei contributi perché versarti mensilmente ( varia con il variare del tasso)

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= Contributi versati nell’anno e capitalizzati con interessi compositi

L’ESEMPIO IN CIFRE E’ IL SEGUENTE:

A) Posto per i contributi in un anno e per tutti i 35 anni di lavoro siano sempre solo 8.493,13 € e che il tasso sia sempre del 4%, si moltiplicano € 8.493,13 x 76,5983 (coefficiente della capitalizzazione composta dei versamenti posticipati di una lira)
B) Si moltiplica poi questo prodotto corrispondente ai versamenti mensili, che è 1,01820351 
C) Pertanto, dopo 35 anni, con i contributi ed il tasso sopradescritti, si hanno:
€ 662.402,19 (lire 1,282.589.491)
D) Questo non è altro che il capitale di nostra esclusiva proprietà alla fine del rapporto di lavoro.
E) Capitale che impiegato al 4% darà annualmente un interesse, ovvero la Pensione annua di € 26.496,09 (lire 51.303.579) = € 2208,01 al mese = lire 4.275.306

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TABELLA COEFFICIENTI PER IL CALCOLO DELLA CAPITALIZZAZIONE COMPOSTA DEI VERSAMENTI MENSILI POSTICIPATI DI UNA LIRA (INTERESSE COMPOSTO)

ESEMPIO:

STIPENDIO NETTO MENSILE 775,60 euro (Lire 1.500.000);
CONTRIBUTI ANNUI VERSATI PER LA PENSIONE 8.493,10 euro (Lire 16.445.000);
VERSAMENTI PER ANNI 35, AL TASSO DEL 4% PER LA CAPITALIZZAZIONE COMPOSTA SI USA LA SEGUENTE FORMULA FINANZIARIA: 
s n / j = i:jk x ( l+i ) 35 - l: i = 1,01820351 x 76,5983 x 8.493,10 = Euro 662.402,20 
(s n / j = i:jk x ( 1+i )35 - 1: i = 1,01820351 x 76,5983 x 16.445.000 = Lire 1. 282. 589. 491)

CAPITALE DI ESCLUSIVA PROPRIETA' DEL TITOLARE DEI VERSAMENTI CHE DEVE ESSERE RESTITUITO ALLA DATA DEL PENSIONAMENTO E PER NESSUNA RAGIONE TRATTENUTO DALL' I N P S ( VIOLAZIONE DELL'ART. 47 DELLA COSTITUZIONE )

CAPITALE DI PROPRIETA' IN PENSIONE 662.402,20 euro (Lire 1.282.589.491) x 4 % = 26.496,10 euro (Lire 51.303.579) ANNUE OVVERO 2.208,11 euro (Lire 4.275.491) AL MESE.


QUESTA E' LA MINIMA " GIUSTA PENSIONE " !

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