Troppo giovani per la pensione, troppo vecchi per lavorare


Margherita e l ’estremo saluto

01.09.2018 19:36

Margherita  e l ’estremo saluto


In un piccolo paese dell’ Europa Nord Occidentale viveva una bambina di 13 anni di nome Margherita ; la bambina era molto particolare e soprattutto attenta alle problematiche sociali della sua comunità.  Margherita quotidianamente il tempo che le avanzava- terminata scuola, pasti, igiene personale  e le dovute  ore di sonno- lo impiegava per presentare alle Autorità Municipali suggerimenti, critiche e  petizioni; interventi  sempre costruttivi e  improntati al benessere dei suoi concittadini
un giorno  un tema sociale le occupò totalmente  la mente.  Il  tema riguardava il “momento del trapasso” dei suoi amati concittadini.  Questa riflessione le piombò all’improvviso nella sua mente  dopo la sua partecipazione al funerale di un suo vicino di casa per dargli  il cosiddetto “mesto saluto”. Ad un tratto la sua mente  riflettette sul fatto che quando qualcuno della sua Comunita’ lasciava la vita terrena,  il mesto saluto era  limitato da familiari e da  qualche amico, rimanendo nel totale disinteresse della  Comunità e delle Autorità Municipali ogni  dipartita di concittadini, in quanto la dipartita era vista come un fatto personale.
Questa riflessione  riguardante  “il trapasso”,  tenne la laboriosa mente di Margherita  occupata  per diversi giorni, tanto da accampare nella sua testolina che  l’”estremo saluto” riguardava l’intera  collettività e non andava relegato a un fatto  circoscritto a familiari e amici del defunto.
Una mattina Margherita  si alzò con una  auto riflessione-analisi che  riguardava l’appartenenza e il  legame dei cittadini con la propria  città, intesa come "comunità":  nascere, sposarsi e morire sono i tre momenti principali in cui si stabilisce o si modifica questo rapporto sociale. Se mancano i legami affettivi, si tende a perdere il senso di appartenenza, pur conservandone il bisogno ( perchè l'appartenenza dà sicurezza  e così facendo si ramificano  altre appartenenze: dalla squadra di calcio alle forme associative dalla militanza politica alle diverse forme religiose). Margherita proseguendo in questa sua profonda auto riflessione- analisi,  prende ad  esempio gli Indios sudamericani che allorquando  nasce un figlio, accanto alla madre,  assieme al marito ed ai suoi genitori ci devono essere anche gli Eletti dalla Comunità; questo a significare che il bambino sta per essere accolto dalla Comunità. E per la Comunità è molto importante che un bambino entri a  farne parte e non sia invece solo un fatto personale. Ogni nascita è un arricchimento per la Comunità.  Come  la nascita , anche la morte non è "un semplice fatto personale": è una perdita per tutta la Comunità cittadina rappresentata  dal Municipio, la prima istituzione politica pubblica locale che rappresenta i cittadini. Ormai quel considerare la maggior parte degli eventi di vita quali fatti personali , ha fatto nascere l’indifferenza,  rendendo l’un l’altro soggetti estranei.  Margherita  consapevole che la felicità nessuno può darsela da solo, comprende che ricostruire l'attenzione e la sensibilità verso gli altri è cosa importante; che non sono certo i soldi a rendere più umana o più felice la vita di una città; che se non ci sono attenzioni e sensibilità per la vita e per la morte, difficilmente potranno esserci queste virtù in altri  aspetti della vita. Infine a  termine di questa sua profonda auto  riflessione-analisi, Margherita conclude parafrasando il Manzoni riguardo il coraggio: la sensibilità se uno non ce l'ha, non se la può dare.
Margherita allora dall’ auto riflessione-analisi passò all’esternazione pubblica, quindi come  atto pratico prese carta e penna e inviò una petizione all’Autorità Municipale, inserendo  come premessa la sua auto riflessione-analisi, ealtresì ricordando che,  il Municipio per ogni essere umano  nato  piantuma un alberello nel grande parco pubblico; che ad ogni matrimonio l’Autorità Municipale è presente, sposando e  felicitandosi con gli sposi; mentre  per la morte di un cittadino il Municipio è assente con qualsiasi tipo di iniziativa.
Margherita proseguendo la  petizione, fa presente  all’Autorità Municipale che l’Amministrazione Pubblica quale rappresentante dei cittadini,  non può ignorare tra l’altro, che sono molti  i cittadini che nascono, crescono e muoiono in solitudine; che allo loro dipartita vengono seppelliti senza l'estremo saluto da parte di chicchessia. Ecco che a maggior ragione l'Autorità Municipale non può mancare, non può mostrarsi indifferente. Detto fatto Margherita passa ad una alla proposta fattibile che nella petizione articola  in due punti . Nel primo, propone che alla morte d'ogni cittadino sianno inviati ai familiari del dipartito telegrammi  di condoglianze da parte dell’Autorità Municipale nome di tutta la Comunità. Nel secondo, propone che ad  ogni cittadino dipartito privo di familiari, sia dato l'estremo saluto attraverso necrologi  murali  e la presenza alla cerimonia funebre, di un Consigliere Municipale a rappresentare la Comunità.

( Ago 2018, by Mario Guerrasio, Operatore internaz.le per la difesa di diritti sociali c/o ASO Br )

 

 

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